La trappola degli obiettivi e la sorpresa dell’inaspettato

Il cammino è più importante della meta

“Dimmi in cosa migliorare nel mio tango!”

“Il tuo problema è proprio che pensi di dover migliorare, di dover arrivare da qualche parte. Non pensare, balla. Sii presente ora, senza nessun obiettivo in mente.”

Lo disse in modo duro, ruvido e con spiccato accento argentino.

Quella lezione (di vita più che di tango) non è stata facile da mandare giù per chi, come me, lavora  da anni nell’ambito dello sviluppo personale aiutando le persone a darsi degli obiettivi e a raggiungerli. Ma alla fine ho capito: l’argentino aveva ragione.

Conquistare la persona che ci piace, fare un figlio, ottenere una promozione al lavoro, comprare quella casa, quella macchina o quell’ultimo modello di telefono. Viviamo proiettati nel futuro per raggiungere ciò che pensiamo di desiderare. Ma siamo sicuri di sapere davvero cosa è meglio per noi, cosa veramente ci rende felici?

Spesso gli obiettivi che ci diamo sono decisi dalla nostra mente razionale e non dal nostro essere più autentico. Sono il frutto dei condizionamenti dei nostri genitori, della società, dei modelli che razionalmente riteniamo giusti e ai quali vogliamo aderire. E allora sorpresa: arriviamo lì è potrebbe accadere di accorgerci che quel qualcosa che tanto volevamo in fondo non ci rende poi così felici.

Incontro spesso persone molto realizzate e che potremmo definire “di successo” che arrivano ad una certa età, si guardano indietro e si accorgono di aver sbagliato strada, realizzano che tutto ciò che hanno ottenuto nella loro vita non corrisponde alla loro vera natura. La meta agognata e poi raggiunta si è trasformata in una trappola dalla quale, per giunta, faticano ad uscire.

Se da un lato avere una meta sicuramente ci aiuta a focalizzare la nostra attenzione, dall’altro ci sposta dal momento presente, dalla vita che scorre e che già ci sta dando qualcosa nel qui ed ora. La ricerca di quel quid che ci manca, inoltre, è potenzialmente infinita: dopo quell’obiettivo ce ne sarà sempre un altro e poi un altro e un altro ancora. Quand’è allora che inizierò a godermi quello che ho e soprattutto quello che sono?

Steve McCurry, uno dei fotografi più intensi del nostro tempo dice:

“Una delle lezioni che ho imparato riguarda il cammino: devi essere sempre sintonizzato con ciò che ti circonda…alcune delle mie foto migliori mi sono capitate mentre ero diretto in un luogo, anni dopo quel particolare luogo è stato dimenticato ma le foto scattate durante il cammino si sono rivelate memorabili”

Essere presenti, ricettivi a ciò che accade ora ci permette di essere in risonanza con il mondo e di cogliere i segnali più profondi e autentici che si presentano. E’ quello che noi occidentali chiamiamo “presenza” e che è anche uno dei fondamenti di tutte le filosofie orientali: la capacità di essere nel qui ed ora, osservare quello che accade senza giudicare.

Di solito, invece, quando abbiamo un obiettivo, tendiamo a valutare gli eventi come problemi o opportunità in base a quanto  ci  avvicinano o allontanano dalla nostra meta. Come quando nuotiamo nel mare per raggiungere una boa, consideriamo le correnti che ci allontanano un ostacolo e quelle che ci avvicinano un aiuto.

Allora capita che le persone si lascino con il proprio compagno o perdano il lavoro  e vivano l’evento come una tragedia, salvo poi accorgersi a distanza di tempo che quella persona o quel lavoro  non erano adatti a loro e che proprio quell’evento è stato la molla per un nuovo inizio, un nuovo lavoro e una nuova vita più appagante.

Quando nuotiamo nel mare solo per il gusto di farlo senza voler arrivare da nessuna parte ogni corrente è solo una corrente che ci può far esplorare nuovi fondali e far fare incontri inaspettati. Ed è proprio quando siamo appagati solo per il fatto di esserci, quando siamo in sintonia con noi stessi e con il mare in cui nuotiamo che qualcosa di bello può accadere. I grandi amori, le amicizie profonde e durature, un lavoro appagante nascono spesso dall’  inaspettato, senza sforzo né strategie. Quando abbandono le mie aspettative su chi voglio essere e cosa voglio avere, la vita mi regala ciò di cui ho bisogno.

 

Irene Morrione

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