Cosa accadrebbe se vi fosse chiesta la fotografia le qualità caratteriali di un vostro amico, collega o del vostro partner? E se doveste fotografare le vostre in un autoscatto?

Quando si chiede alle persone di descriversi, normalmente ciò che dicono è “Sono un lavoratore affidabile”, oppure “Sono una persona puntuale”. Difficilmente affermano con convinzione: “Sono una persona coraggiosa, creativa, empatica” e così via. Non siamo abituati a riflettere su noi stessi e ancor meno sulle qualità che abbiamo.  E’ per questo motivo che l’occhio attraverso la macchina fotografica può invece osservare con maggiore consapevolezza.

Lo abbiamo fatto nell’ambito di un percorso di sviluppo delle potenzialità per un’azienda della grande distribuzione, ma è un esercizio che ognuno di noi può divertirsi a sperimentare:   basta avere una macchina fotografica ogni due persone e uno spazio abbastanza luminoso per scattare buone fotografie. Ognuno ha un foglio su cui scrivere quelle che ritiene essere le qualità dell’altro. Poi si passa agli scatti. A turno, chi fotografa cerca di far emergere le qualità che ha individuato. Ad esempio, se la persona da fotografare si ritiene sia solare e socievole, si fotograferà in un momento in cui parla con gli altri e ride di gusto. Gli scatti vengono mostrati all’interessato che deve dichiarare quali sono le qualità che secondo lui emergono. Quando ha finito, l’altro mostra le sue intenzioni facendo vedere le qualità che ha scritto sul foglio.

Le scoperte saranno tante: aspetti che l’altro ha notato di noi e che non pensavamo di avere, comportamenti che nella nostra idea mandano un determinato messaggio e che invece arrivano in un modo diverso etc. In generale, potranno emergere aspetti potenziali  positivi di cui non siamo ancora pienamente consapevoli o che non siamo abituati a guardare con un occhio apprezzativo.

La psicologia positiva, una corrente della psicologia moderna, si occupa proprio di questo: esperienze , istituzioni , relazioni , tratti  della personalità positivi. La filosofia di base è che solo concentrandosi su ciò che funziona bene nell’individuo si possano sviluppare i talenti personali, in inglese, gli “strength”. Uno strength è sia ciò che dà forza e agisce sulla motivazione, sia un punto di forza, una qualità personale. Ad esempio, si può avere come strength tanto la spinta all’automiglioramento, quanto la capacità di analisi.

Alex Linley, psicologo inglese fondatore del Centro per la Psicologia Positiva Applicata, ha individuato delle costanti per scoprire gli strength: cose che si facevano da bambini, attività che energizzano, attività che si fanno con facilità, ciò che si apprende rapidamente, sentirsi autentici, dove cade l’attenzione, ciò che motiva, ciò che si ama, cose che non sono mai sulla “to do list”.

La macchina fotografica può essere un valido aiuto per riscoprire questi aspetti.

Oggi invece,  nell’era del selfie,  la foto è diventata il modo per accrescere la propria popolarità sui muri di facebook. Scatto di fronte alla Tour Eiffel o davanti al Colosseo per dire “io ci sono stato!”.

Ma se volgessimo l’obiettivo verso noi stessi, forse, scopriremmo che ci sono luoghi altrettanto interessanti da visitare.

Irene Morrione e Giulia Imbastoni