Il circolo della sfiducia

Se non ti fidi, verrai tradito

Immaginiamo una moglie che non si fida più di suo marito. Inizierà ad essere sospettosa, a controllare a fare domande. Osserverà con molta probabilità quei dati che confermano la sua tesi: ritardi, messaggi ad ore insolite, etc mentre le attenzioni che il marito le riserva, i gesti d’amore passeranno immediatamente in secondo piano. Come si sentirà il marito, se innocente? E come potrebbe reagire? Probabilmente iniziando a nascondere le cose per non far arrabbiare la moglie, potrebbe sentirsi ferito, frustrato e diventare aggressivo. Tutti comportamenti che non faranno altro che confermare la tesi della moglie: ha un’altra! I controlli di lei aumenteranno, così come le difese di lui, innescando un circolo che con tutta probabilità porterà ad un reale tradimento o comunque ad una crisi nel rapporto

La sfiducia è un circolo che porta esattamente là dove temiamo di andare. Quando non ci fidiamo indossiamo degli occhiali deformanti che ci fanno vedere solo una parte di realtà alla quale rispondiamo con azioni coerenti con la nostra convinzione e che alla fine creano la realtà che temevamo.

Ma cos’è allora la fiducia? Secondo Julio Olalla, fondatore di Newfield Network, non è un atto di fede cieca ma una valutazione attenta di tre fattori:

  • Sincerità: l’altro dice ciò che pensa
  • Competenza: l’altro è in grado di fare ciò che dice
  • Affidabilità: l’altro farà ciò che ha detto

Spesso non facciamo effettivamente questa valutazione sulla persona ma ci basiamo sulle nostre esperienze precedenti o su degli stereotipi. E’ un meccanismo che funziona se dobbiamo decidere rapidamente, ma, in molti casi, può portare a distruggere le nostre relazioni. Incontro un ragazzo rumeno per strada che mi chiede una sigaretta, è notte sono da sola. Tiro dritto perché penso che in realtà mi voglia derubare. Non ho valutato quella persona in quel momento ma mi sono basata su un pre-giudizio o su esperienze passate e questo, vero o falso che sia, mi ha aiutato a prendere una decisione velocemente. Ma se quello stesso ragazzo rumeno fosse il mio collega di scrivania? Quello stesso pensiero mi aiuterebbe  a instaurare con lui una buona relazione di lavoro? In quel caso se sono consapevole del mio pre-giudizio dovrò abbandonarlo per fare una valutazione di quella persona in quel determinato momento.

E questo implica necessariamente il rischio di sbagliarsi. Quando diamo la nostra fiducia a qualcuno non sappiamo se questa persona effettivamente risponderà positivamente alla fiducia riposta in lui. Fidarsi è una scelta che implica coraggio, significa accettare di potersi sbagliare e quindi accogliere la nostra vulnerabilità come esseri umani.

Irene Morrione e Giulia Imbastoni

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