Tutti noi desideriamo essere felici. Tendiamo allora a pensare che se facciamo qualcosa, e ci impegniamo veramente, otterremo ciò che tanto vogliamo e allora sì che saremo felici. Ma sarà capitato a molti che una volta ottenuta quella macchina tanto desiderata, quella relazione d’amore, quel lavoro, la gratificazione scompare nel giro di poco e siamo di nuovo in cerca di ottenere qualcosa. L’asticella si alza, la giostra ricomincia

Ciò che ci insegna Shawn Achor con la sua ricerca mondiale sulla felicità e il suo libro “the happiness advantage” , ma prima di lui, bisogna dirlo, ci erano già arrivate tutte le filosofie orientali, è che bisogna invertire la formula. Se riusciamo ad avere una mente positiva, la creatività, l’intelligenza e l’energia ne guadagnano. Si diventa più produttivi, più resilienti , più, potremmo dire “di successo” .

Questo naturalmente impatta anche nei contesti aziendali perchè la felicità migliora le performance delle persone e quindi i risultati di business. Alcune organizzazioni l’hanno capito e si sono prontamente dotate del CHO, (chief happiness officer) , manager addetto alla felicità dei dipendenti.

Ma come si fa ad avere una mente positiva, ad essere , per così dire “felici a prescindere” ?

Il mondo e soprattutto il web è pieno di ricette a riguardo. Le ricerche, ormai tante, dimostrano che la gratitudine funziona assai bene. Se so ringraziare per ciò che di buono è già presente nella mia vita , la mia mente raggiungerà uno stato positivo che rappresenta un “vantaggio” , una posizione privilegiata dalla quale sarà più facile ottenere ciò che voglio

Così quest anno a Natale, potremmo reglarci del tempo per mettere una bella musica di sottofondo e scrivere un diario della gratitudine, un ringraziamento alla vita per ciò che ci ha dato, chissà che non possa funzionare meglio della lettera a Babbo Natale

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